Mercato gas naturale: Confindustria ha presentato la position paper “Promoting the role of the italian gas market in Europe”.

Confindustria nell’arco del Convegno “Prospettive del mercato del gas italiano nel contesto europeo” richiede alle Istituzioni di fare dell’Italia un hub del gas europeo.

Argomento
Lo scorso 3 dicembre Confindustria, alla presenza del Vice-presidente della Commissione Europea, Maros Sefcovic, e del Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha la position paper “Promoting the role of the italian gas market in Europe” svoltasi nel corso del convegno “Prospettive del mercato del gas italiano nel contesto europeo”, organizzato con il sostegno di Anigas, Assogas, Igas Imprese Gas e Snam.

Il Presidente Squinzi ha introdotto i lavori sottolineando che l’industria mette tutto il suo peso sul progetto di fare dell’Italia un hub del gas europeo.

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Si riporta di seguito una nota di Confindustria.

Il Direttore Energia di Confindustria, Massimo Beccarello, ha spiegato che il sistema del gas italiano è “fondamentale” per soddisfare la futura domanda europea, poiché la Penisola si trova in una “posizione straordinariamente vantaggiosa”. In una configurazione ottimale del mercato del gas europeo, dimostra infatti il position paper, l’Italia merita un ruolo primario di hub continentale per almeno 4 motivi: alta diversificazione delle forniture, con potenzialmente oltre 10 fonti di approvvigionamento e una produzione nazionale in crescita; previsione positiva della domanda con nuove direttrici geografiche, nuovi utilizzi e crescente generazione elettrica a gas; mercato integrato con sufficiente capacità bidirezionale, liquido e in linea con le norme comunitarie; mercato di grandi dimensioni (il terzo della UE) con un forte settore manifatturiero.

Dal paper, redatto in collaborazione con Pöyry, emerge che alle attuali fonti (Russia, Algeria, Libia, Norvegia, Olanda e Gnl dal Qatar) si aggiungeranno nel prossimo futuro l’Azerbaijan e possibili altri Paesi del Caspio e del Medio Oriente, nonché potenziali importazioni dal Mediterraneo orientale (Egitto, Israele, Cipro e Libano). Non è tutto: l’hub tricolore potrà contare su una produzione interna prevista dalla Sen in salita dagli attuali 7 a 12 miliardi di mc/anno al 2020 e su un volume di biometano che secondo Snam raggiungerà i 5,1 mld mc nel 2024.

Il gas, insomma, sarà più che sufficiente, come pure i mercati di sbocco: Svizzera, Austria, Francia, Paesi balcanici e la stessa Germania meridionale. I consumi di gas, del resto, sono destinati a crescere a seguito della ripresa economica, della chiusura dei reattori nucleari tedeschi e delle centrali a carbone in gran parte d’Europa e dallo sviluppo di nuovi utilizzi.

Confindustria ritiene peraltro che la rete del gas italiana sia tra le più avanzate d’Europa: funziona come un perfetto sistema entry-exit, nessuno scenario individua possibili congestioni interne, unica zona di bilanciamento e unica qualità di gas trasportato, codice di rete Cam introdotto in anticipo sui tempi e quello sul bilanciamento pienamente efficace nel 2016. In aggiunta, sin dal 2003 è in funzione il punto di scambio Psv, che nel 2014 ha trattato 84 mld mc ed è oggi uno degli hub europei a crescita più rapida e con una liquidità in costante aumento (anche grazie all’introduzione del nuovo regime di bilanciamento).

L’Italia è inoltre all’avanguardia in Europa per infrastrutture (290.000 km di gasdotti, stoccaggi per 17 mld mc, tre terminali Gnl), per consumi (terzo mercato con 62 mld mc nel 2014), per capacità di generazione a gas (prima con 35 GW), per domanda da usi industriali (seconda dopo la Germania) e per flotta di veicoli a metano (la maggiore del continente).

Per Confindustria, l’Italia ha perciò “la capacità e l’ambizione di diventare uno dei principali hub del gas dell’Europa”, che dovrebbe privilegiare l’asse Sud-Nord per consentire la necessaria differenziazione delle fonti, “cosa che difficilmente avverrebbe puntando sul Nord Stream”. Di qui l’auspicio che le istituzioni comunitarie e nazionali “promuovano il ruolo del mercato del gas italiano in Europa e lo supportino con misure legislative e finanziarie”.

L’appello è stato accolto dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, che intervenendo al convegno ha assicurato che “l’Italia sarà protagonista perché è un hub naturale e il Paese più diversificato d’Europa”. Per vincere questa sfida, però, occorre una “piena transizione verso il mercato”, anche “superando la tutela”. Ma “non può esserci un mercato se non c’è ragionevole certezza delle regole, e non può esserci certezza delle regole se non si riesce a disegnare un contesto stabile”, con una sicurezza degli approvvigionamenti garantita.

Anche Sefcovic ha parlato dell’hub del gas italiano come di un progetto che, grazie alla posizione geografica e alle infrastrutture esistenti, “può migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti europei”. In questo senso, il vice-presidente della Commissione ha invitato le imprese italiane a discutere dei progetti di interesse comune (Pci) vecchi e nuovi e a presentare proposte di finanziamento nell’ambito del piano Juncker.
Analogamente, per il direttore di Acer, Alberto Pototschnig, la proposta di Confindustria è “ambiziosa ma raggiungibile”, giacché l’Italia si trova in una posizione privilegiata. Il prezzo del gas, ha spiegato, “non dipende dalla vicinanza degli approvvigionamenti ma dalla concorrenza e dalla liquidità degli hub”. E quindi l’hub nostrano può migliorare la situazione sia in Italia che in altri Paesi. In aggiunta, i due hub europei si trovano nel nord (Olanda e Regno Unito) e serve quindi un hub meridionale.

Anche il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, si è detto convinto che “l’Italia ha tutte le precondizioni per divenire un hub del gas”. Nondimeno, ha sottolineato, le infrastrutture possono creare un hub solo se si trovano in un sistema chiuso, ma in uno scenario aperto occorre essere sicuri che siano ripagate dai benefici, per non scaricare i costi sulla collettività. Bisogna perciò partire da un’analisi costi-benefici per ciascun progetto. In pratica, il beneficio deve essere di tutti e non solo dei realizzatori dell’opera.

Azioni di Confindustria Firenze
Confindustria Firenze è stata tra le prime associazioni in Italia ad affrontare in maniera organica i mercati energetici, attraverso il supporto alla creazione nel 1999 del Consorzio Energie Firenze, che negozia energia elettrica e gas naturale per oltre sessanta aziende del territorio.

Successivamente nel 2004, con il successivo ampliamento del mercato libero, ha istituito anche il Gruppo di Acquisto per l’approvvigionamento congiunto delle imprese con consumi energetici ridotti.

Le imprese interessate ad approfondire nel dettaglio le opportunità nel campo dei mercati energetici possono contattare gli uffici del Consorzio Energie Firenze.

Consorzio Energia Firenze

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