Market Design elettrico: accordo tra Consiglio e Parlamento UE sulla riforma

Il Consiglio europeo e il Parlamento, a seguito di intensi negoziati, hanno raggiunto un accordo politico sulla riforma del mercato elettrico dell’Unione.

Contesto

A seguito di intensi negoziati interistituzionali iniziati nella seconda metà di ottobre, il 14 dicembre 2023 i legislatori europei hanno raggiunto un accordo politico sulla riforma del mercato elettrico dell’Unione, proposta dalla Commissione europea nel marzo del 2023. La revisione riguarda il regolamento e la direttiva sull’elettricità, la direttiva sulle energie rinnovabili ed il regolamento ACER (cioè, l’Agenzia dell’UE per la cooperazione dei regolatori dell’energia). Tale riforma fa parte di un pacchetto più ampio che comprende anche una proposta legislativa di modifica del Regolamento per migliorare la protezione contro la manipolazione del mercato dell’energia all’ingrosso (REMIT), sulla quale Consiglio e Parlamento hanno trovato un accordo nel novembre 2023.

Novità

La nuova struttura del mercato elettrico si pone come obiettivo centrale la riduzione della dipendenza dei prezzi dell’elettricità dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili (che vengono utilizzati per produrre tale elettricità). In particolare, la riforma incrementa le misure di protezione dei consumatori e accelera il dispiegamento delle energie rinnovabili.
Queste ultime potranno – laddove vi siano le condizioni – godere di sostegno esclusivo in linea con i piani di decarbonizzazione dei singoli Stati Membri. Questi sono tenuti a promuovere la diffusione dei Power Purchase Agreements (PPA) per favorire l’acquisto di energia rinnovabile, con la possibilità di adottare PPA preparati in modo standardizzato.

Quale rappresentante dei Paesi UE, il Consiglio avrà la possibilità di dichiarare una crisi dei prezzi dell’elettricità, su proposta della Commissione europea. In regime di crisi, gli Stati membri dovranno adottare misure volte sia a tutelare i consumatori di elettricità più vulnerabili e in condizioni di povertà energetica, sia ad evitare distorsioni o frammentazioni del mercato unico. Una possibilità è l’introduzione di misure temporanee di riduzione dei prezzi dell’elettricità per le PMI e i consumatori industriali energivori.

Nel loro accordo, Consiglio e Parlamento hanno deciso di integrare in modo più strutturato i meccanismi di capacità nel mercato elettrico. Si tratta, infatti, di misure prese dai governi che consentono alle centrali elettriche di essere disponibili per la produzione di energia elettrica quando necessario, in cambio di una remunerazione che si aggiunge ai guadagni che tali centrali ottengono vendendo normalmente la loro elettricità sul mercato.
A tal proposito, i legislatori europei hanno concordato di introdurre una deroga eccezionale all’applicazione del limite di emissioni di CO2 per i meccanismi di capacità già autorizzati dagli Stati membri.

Infine, l’accordo sulla riforma del mercato elettrico include l’utilizzo dei contratti per differenza (CfD), inclusi schemi equivalenti, con gli stessi effetti, per stabilizzare il mercato e incentivare gli investimenti in energie rinnovabili e nucleari.
Essendo stipulati tra un generatore di elettricità e un ente pubblico, i CfD prevedono che quest’ultimo integri il prezzo di mercato pagato per l’elettricità se il prezzo è inferiore ad un certo livello, ma richiede al generatore di restituire gli importi quando il prezzo di mercato è superiore ad un certo livello. Le regole per i CfD cosiddetti bidirezionali si applicheranno però solo dopo tre anni dall’entrata in vigore del nuovo Regolamento, prevedendo una redistribuzione dei ricavi ai clienti finali e un loro utilizzo per finanziare i regimi di sostegno ai prezzi per ridurre i costi dell’elettricità.

Al Consiglio e al Parlamento europeo non resta ora che adottare formalmente il nuovo regolamento, a seguito degli ultimi ritocchi tecnici per limare i dettagli.

(Fonte: Confindustria)

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Catia Tarquini