Si è tenuto a Lucca lo scorso 18 marzo 2019 un convegno organizzato da Assocarta e Confindustria Toscana Nord su “Gas, competitività e sostenibilità ambientale nell’industria italiana”.
Le imprese, presenti in sala e quelle rappresentate dalle associazioni di settore e di categoria tra le più energivore, hanno sottolineato come il Paese non sia attrattivo per gli investimenti a causa del costo dell’energia, degli oneri del costo del lavoro e del livello della tassazione.
Il costo dell’energia per le imprese, in particolare del gas, è stato il tema al centro dell’evento organizzato con il supporto di Federchimica, Federacciai e Confindustria Toscana Nord a cui hanno partecipato il Consorzio Energie Firenze e il Coordinamento dei Consorzi Energia di Confindustria.
Contesto e scenari
L’Italia continua a pagare un differenziale di prezzo “con i Paesi del Nord Europa (Germania in primis) che rimane alto, sui 2,5 euro/MWh e che aumenta sensibilmente se si considerano i costi accessori della bolletta”, ha evidenziato il presidente della sezione carta di Confindustria Toscana Nord, Tiziano Pieretti, aprendo il seminario assieme al direttore di Assocarta, Massimo Medugno.
Il divario competitivo denunciato dai “gasivori” rischia anche di aggravarsi, ha rimarcato Massimo Beccarello, vice direttore Politiche industriali di Confindustria, con il raddoppio del Nord Stream che comporterà importazioni di gas russo attraverso la Germania sia sul Transitgas che sul Tag. La risposta deve essere la “diversificazione degli approvvigionamenti valorizzando il ruolo di hub dell’Italia”. Il gas è fondamentale nel percorso di decarbonizzazione ed è il vettore principe per accompagnare le rinnovabili. Il trend dei consumi UE al 2030 è previsto costante se non in crescita. Per l’Italia potrebbe dunque prospettarsi una soluzione win-win: attraendo liquidità nel Paese si dà contemporaneamente sicurezza all’Europa e competitività al sistema delle imprese.
Al di là delle misure da mettere in campo per ridurre lo spread Psv/Ttf di 2,5 euro c’è infatti “una partita di visione strategica che il nostro Paese deve giocare in sede UE, altrimenti l’Italia diventa marginale nel contesto europeo”. Quello che allora dobbiamo fare è “agire rapidamente perché in Europa si stanno scrivendo le regole su questo mercato dal punto di vista della politica energetica e della regolazione”. La Commissione UE intende infatti entro un anno varare un nuovo pacchetto gas.
Proposte
Beccarello ha rimarcato che i gasivori hanno un doppio gap di competitività perché non hanno un meccanismo di agevolazione su fiscalità e parafiscalità e hanno un extra-costo sul prezzo all’ingrosso. Servono pertanto misure regolatorie/fiscali e di mercato perché questo divario diminuisca. Questo anzitutto attuando le agevolazioni per gli energivori gas previste dall’art. 21 della Legge europea 167/17, notificato alla UE ma di cui si è persa traccia da marzo 2018, nonostante nel Pniec la misura venga contemplata. Si potrebbero poi rivedere le componenti tariffarie connesse alla sicurezza fornita dal sistema industriale al residenziale e intervenire sulle tariffe di trasporto gas sulla base del principio cost reflective. Per ridurre lo spread del prezzo all’ingrosso si potrebbe introdurre il servizio di interrompibilità remunerato e l’accesso prioritario dei consumatori industriali ad infrastrutture Gnl per importare gas a prezzo Ttf.
Opportunità
Il Consorzio Energie Firenze è a disposizione per supportare le imprese interessate a valutare e ottimizzare le strategie di acquisto delle commodity energetiche.
Per maggiori informazioni:
Consorzio Energie Firenze
Dott.ssa Catia Tarquini
Tel: 055.2707286 email: catia.tarquini@confindustriafirenze.it