Cop28 di Dubai: conclusa la Conferenza sul Clima

La Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop28) si è tenuta a Dubai dal 5 al 13 dicembre e si è conclusa con un accordo approvato nella seduta plenaria, con l’obiettivo di mantenere l’impegno di limitare l’incremento della temperatura globale entro 1,5 °C.

Contesto

La conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico del 2024 (COP 28) non era partita sotto i migliori auspici. Le polemiche sulla città ospitante, Dubai, avevano creato un clima di scetticismo. Il timore era che l’agenda potesse essere controllata dai paesi produttori di petrolio, con l’obiettivo di condizionare un accordo che doveva essere ambizioso se si voleva rilanciare la sfida globale al cambiamento climatico.

L’obiettivo principale della conferenza era quello di valutare i progressi fatti dall’Accordo di Parigi nel 2015 con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1,5 gradi. Non solo, la conferenza aveva anche l’obiettivo di trovare nuovi finanziamenti per aiutare i Paesi meno ricchi negli investimenti atti a rendere più sostenibile la propria economia, in un momento dove la disponibilità di liquidità e l’accesso al credito non sono più semplici come un tempo.

Novità dell’Accordo

Obiettivi ambiziosi e necessari, ma nei negoziati si era diffuso il timore che la conferenza potesse concludersi con un accordo al ribasso. Per questo il risultato finale, con l’obiettivo dichiarato di eliminare i combustibili fossili dall’economia entro il 2050, è stato un clamore.

Tra i contenuti dell’accordo finale si evidenziano:

  • l’assunzione di un “bilancio globale” (Global stocktake) per accelerare l’azione sul clima prima della fine del decennio
  • il riferimento al superamento dei combustibili fossili per raggiungere la neutralità climatica al 2050
  • l’invito a un nuovo impegno nei contributi determinati a livello nazionale (Ndc)
  • un nuovo obiettivo di triplicare le rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030
  • l’accelerazione degli sforzi per eliminare gradualmente la produzione di energia da carbone senza compensazioni
  • l’eliminazione graduale dei sussidi inefficienti alle fonti fossili
  • l’accelerazione delle tecnologie a zero e a basse emissioni, tra cui il nucleare e le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio.

Un altro obiettivo raggiunto dalla conferenza, per citare una delle più rilevanti tra le molte iniziative, è l’istituzione di un fondo (Loss and Damage Fund) che serve a compensare gli Stati più penalizzati dagli effetti del cambiamento climatico. Durante la conferenza, sono seguiti i primi impegni degli Stati che hanno messo a disposizione 700 milioni di dollari. La cifra è irrisoria se paragonata ai danni stimati attribuibili al cambiamento climatico (che sono stimati nell’ordine di diverse centinaia di miliardi).

Il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha commentato che “l’intesa raggiunta a Dubai tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell’accordo di Parigi e delle istanze, profondamente diverse tra loro, dei vari Stati, che tuttavia riconoscono un terreno e un obiettivo comune, con la guida della scienza. Per questo, riteniamo il compromesso raggiunto come bilanciato e accettabile per questa fase storica, caratterizzata da forti tensioni internazionali che pesano sul processo di transizione. L’Italia, nella cornice dell’impegno europeo, è stata impegnata e determinata fino all’ultimo per il miglior risultato possibile”.

I risultati di COP 28 sono definiti “storici” o “deludenti” a seconda di chi viene interpellato. Valutarne l’impatto non è affatto semplice. Solo il tempo potrà dare queste risposte.

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Catia Tarquini