Il ruolo dei Consorzi è decisivo per le aziende che vogliono operare con efficacia nei mercati energetici per ottimizzare i costi aziendali
Azioni del Consorzio Energie Firenze
Il Consorzio Energie Firenze – CEF, costituito nel 1999 su iniziativa di Confindustria Firenze, opera come consulente energetico in tutti i campi dell’energia per soddisfare le esigenze delle aziende Consorziate e non.
È un Consorzio ad attività esterna non a scopo di lucro gestito dalle stesse aziende Consorziate che partecipano al Consiglio Direttivo con il supporto di esperti E.S.Co., Partner tecnici e assistenza legale specializzata. I servizi di Energy Management offerti da CEF sono quindi a prezzi molto vantaggiosi.
Le aziende che aderiscono a CEF hanno gratuitamente una vasta gamma di servizi di controllo e verifica corredati alla strategia di acquisto della fornitura energetica per ottimizzare i consumi e quindi i costi aziendali.
CEF si occupa del monitoraggio costante dei mercati energetici e di interpretare, quando possibile, i trend dei possibili driver che influiscono nei prezzi per governare e meglio cogliere le eventuali opportunità. La mission del Consorzio è la soddisfazione dei propri soci.
Contesto di mercato
Per il settore del gas naturale CEF sta evidenziando che i mercati stanno attraversando una congiuntura caratterizzata da un’ampia volatilità dei prezzi.
Dai minimi registrati nella primavera 2020, con la diffusione della pandemia e le temperature miti, dove il PSV (hub italiano di scambio del gas all’ingrosso), dopo un ribasso del 34% già nel 2019, con quotazioni medie scese da 24,2 a 16,0 €/MWh, i prezzi spot continuarono a cadere fino a 5,9 €/ MWh nel giugno 2020.
All’ hub olandese TTF (benchmark per l’Europa continentale) il prezzo diminuì a maggio 2020 fino a 4,5 €/ MWh.
Procedendo verso l’autunno un rimbalzo dai livelli minimi estivi poteva ritenersi scontato. Ma a partire da settembre 2020 è iniziato un importante rialzo delle quotazioni che nel corso dei mesi successivi e poi durato per tutta la prima metà del 2021 a livelli assolutamente inattesi nelle sue dimensioni.
Nell’analisi del trend di rialzo è possibile individuare due fasi: la prima durata fino a gennaio 2021; la seconda, dopo un lieve ripiegamento in febbraio e una sostanziale stasi in marzo, in corrispondenza dei mesi di aprile e maggio.
Analisi dell’andamento e le diverse cause
Nela prima fase a dicembre 2020 il PSV era già risalito a 16,3 €/MWh per poi giungere a gennaio vicino ai 20 €/MWh, con punte fino a 27-28 €/MWh, oltre 4 volte i valori del giugno 2020.
Due i fattori principali che hanno determinato questa prima fase di aumento sono: il forte rialzo dei prezzi spot del GNL asiatico, aumentati di oltre 10 volte nel giro di alcuni mesi; una stagione autunno-invernale particolarmente fredda che ha alimentato i consumi con ampio ricorso agli stoccaggi.
Il rally dei prezzi asiatici del GNL spot è stato conseguenza sia di un’accelerazione inattesa della domanda, della riduzione dell’output in alcuni Paesi produttori e dei problemi logistici di rialzo del costo dei noli che hanno trasformato un contesto di abbondante oversupply in una contingenza di mercato “corto”.
A ciò, come detto, si sono aggiunte temperature rigide in quasi tutto il continente, fattore che ha incrementato i consumi. In particolare, a sostenere la domanda gas nazionale ha contribuito, nella prima parte di gennaio, anche l’export elettrico verso la Francia che ha chiuso alcune centrali nucleari per manutenzione.
La seconda fase di incremento dei prezzi si è registrata nei mesi primaverili del 2021, quando le medie mensili del TTF si sono portate prima a 20,4 per poi chiudere a maggio sui 25,1 €/MWh; mentre quelle del PSV si sono mosse da 21,5 a 25,3 €/MWh.
I nuovi aumenti sono riconducibili ad una serie di cause concomitanti: 1) consumi sostenuti per la ripresa economica; 2) minor disponibilità di offerta sia via gasdotto che tramite GNL; 3) contesto rialzista delle commodity energetiche; 4) forte crescita dei prezzi dei permessi di emissione.
Lato domanda la ripresa economica ha fatto incrementare i consumi a livello pre-pandemia ed infatti a fine maggio il riempimento medio degli stoccaggi europei risultava del 37,6% rispetto al 72,8% del 2020.
Lato offerta, minori volumi via gasdotto sono giunti dalla Norvegia per lavori di manutenzione sugli impianti di produzione e dalla Russia che, a causa di un blocco non previsto nel transito attraverso la Bielorussia, ha ridotto le esportazioni.
L’aumento dei prezzi del gas va anche inquadrato in un contesto di generale aumento delle commodity energetiche: in primis il petrolio che nelle ultime settimane è tornato a salire superando, ad inizio giugno, la soglia dei 70 doll/bbl, dopo la decisione da parte dell’OpecPlus di attenersi al piano progressivo di aumento della produzione stabilito in aprile scorso senza accelerazioni, nonostante i segnali di ripresa della domanda.
Un ulteriore fattore di impatto sui mercati energetici negli ultimi mesi è rappresentato dalle quotazioni record della CO2 che si sono spinte fino a superare quota 56 euro/tonn a metà maggio 2021, dai 15 euro/tonn di marzo 2020. Le cause do questo rally dei prezzi della CO2 sono diverse: nel ruolo svolto dalla finanza con un numero di crescente soggetti speculativi attivi sul mercato; nella possibile futura implementazione di una tassa sui prodotti ad alta intensità di carbonio importati in Europa; nell’innalzamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dell’UE dal 40% al 55% entro il 2030 (rispetto ai valori del 1990), fattore che imporrà un’ulteriore stretta sul mercato dei permessi esercitando un effetto rialzista anche per i prossimi mesi.
Considerazioni finali
Alcune considerazioni conclusive riguardano la necessità di aumentare il tasso di riempimento degli stoccaggi in vista dell’inizio della nuova stagione di erogazione (1° novembre) che potrebbe contribuire a sostenere i prezzi durante la prossima stagione estiva, come indicano anche gli attuali valori di mercato dei prodotti a termine: ad inizio giugno il “Q3 2021” quota al TTF oltre 26 €/MWh.